Questo testo è stato pensato per gli addetti ai lavori, come gli operatori penitenziari e sociali ad ogni livello, e per quanti vogliano approfondire la conoscenza delle dinamiche relazionali tra i detenuti musulmani e l'istituzione penitenziaria.
Il "pianeta carcere" negli ultimi dieci anni ha subito una radicale trasformazione: la popolazione detenuta, soprattutto nei penitenziari del centro-nord, parla sempre più una lingua che non è l'italiano, ma corrisponde all'idioma del variegato mondo multietnico degli attuali detenuti, caratterizzato da una massiccia presenza di musulmani.
La gestione di queste persone è estremamente difficile, sia perché gli operatori penitenziari mostrano dei limiti nella conoscenza del fenomeno, sia perché il diritto penitenziario risulta essere anacronistico, in quanto pensato dal legislatore per una popolazione detenuta italiana.
Il fatto di non considerare la componente culturale e religiosa dei detenuti musulmani fa sì che queste persone pongano in essere atti violenti rivolti contro se stessi, persone e cose, proprio per reagire alla perdita lenta e inesorabile della loro identità. Attraverso la comparazione dei dati statistici e delle interviste svolte sul campo, si è potuto osservare che questo processo origina due tendenze socio-culturali apparentemente contrastanti nei detenuti musulmani: in alcuni, si verifica una vera e propria re-islamizzazione, mentre, in altri, si acuisce il processo di secolarizzazione.
2008