Quali sono state le origini storiche del Corpo di Polizia Penitenziaria? E quali sono ora gli appartenenti al Corpo di Polizia Penitenziaria? Perché quanti svolgono questo lavoro, nonostante il servizio utile alla sicurezza pubblica, non riscontrano, di fatto, un corrispondente riconoscimento sociale? Perché ai poliziotti penitenziari si rende manifesta la percezione di appartenere a una “realtà minore” quando ci si relaziona con gli altri Corpi di polizia? La Polizia Penitenziaria è chiamata davvero a svolgere un ruolo professionale di alto profilo, istituzionalmente ed eticamente importante per la società - come l’ordine e la sicurezza interna ed esterna del penitenziario e la rieducazione e riabilitazione del condannato - oppure, più propriamente, si limita ad applicare una mera custodia delle persone socialmente pericolose e indesiderate alla società? A questo punto delle osservazioni altri quesiti si mostrano all’orizzonte dal punto di vista degli uomini e delle donne appartenenti al Corpo: la Polizia Penitenziaria oggi, così com’è organizzata, è adeguata a corrispondere al mandato costituzionale e ordinamentale della rieducazione dei detenuti? Ma soprattutto, è possibile immaginare che il Corpo di Polizia Penitenziaria possa emanciparsi per affrontare adeguatamente le sfide del futuro e mostrare un profilo professionale adeguato alle mansioni istituzionali cui è chiamato a garantire per la collettività? In definitiva, quale futuro si prospetta per il Corpo di Polizia Penitenziaria? Sono alcune delle questioni che questa ricerca prova a rispondere attraverso una metodologia articolata che considera, al di là del mero registro storico certamente essenziale, un approccio multidisciplinare, fenomenologico-comparato e della ricerca empirica sul campo. Si tratta di un approccio epistemologico essenziale per mettere il lettore nella condizione di sviluppare il proprio punto di vista critico; un punto di vista, in definitiva, che muove dalla parte prospettica del Corpo di Polizia Penitenziaria sull’esecuzione penale in carcere.
2024