L'idea progettuale dell'album ruota intorno al microcosmo culturale del femminino santilariese. Un sapere femminile proprio dell'area mediterranea e lucana che si è tramandata nei secoli attraverso il fiume carsico della tradizione matrilineare nell'ambito del borgo di Sant'Ilario. Una conoscenza esperienziale incentrata sulla maternità costituita dalle ritualità sacre e secolari volte alla fertilità, da una parte, e, dall'altra, alle valenze apotropaiche per la difesa della vita. Si tratta di un album che si risolve, in continuità col precedente progetto musicale dal titolo Vita Nova, attraverso il registro musicale della ballata, bleus e jazz, mentre i testi sono in vernacolo santilariese (dal dialetto aviglianese con base greco-latino arcaico, caratterizzato da relitti di lingua gallicoitalica).
L'album contiene i seguenti brani: Ay Castiedd' r' Santalariy (Ai castelli di Sant'Ilario); La' Criatur', Diy e la Mul' (La Creatura, Dio e la Mula); La Zit' r' Santalariy (La Fidanzata di Sant'Ilario); Ninnanonna (Ninnanonna); A' la' Mess cu' Tattgrann' (Alla Messa col Nonno); Lu' Vosc' Mbunn' (Il Bosco Profondo); La Fer' r' Santalariy (La Fiera di Sant'Ilario); Lu' Mulin' a' Acqu' (Il Mulino ad Acqua); R' Femmn' a' lu' Furn' (Le Donne al Forno); Am'accir' lu' Puorc' (Dobbiamo uccidere il maiale); Grazia Maronna Mia ( Grazia Madonna Mia); Vogl' Scjuqua' a Cukno' (Voglio giocare a nascondino).
Interpreti: Donato Antonio Telesca, voce e chitarra acustica; Marco Di Meo, chitarra classica e acustica; Davide Battistelli, percussioni.
2019